La chiamata all'avventura
Un giorno, ricevo un messaggio da un’amica, Giorgia, con l'immagine di una locandina e la scritta: "Vieni, Cri?". Curiosa, osservo attentamente la locandina che propone un'emozionante avventura da speleologa.
Non so cosa aspettarmi da questa esperienza, ma l'idea di esplorare la pancia della Terra mi entusiasma molto.
Chiedo a Giorgia cosa mi aspetta e come mi devo vestire. Tutto quello che lei mi dice è: “Indossa abiti pesanti perché in grotta fa parecchio freddo, porta un pranzo al sacco, dei sali e qualcosa che ti dia energia. Del resto non dico nulla, voglio che tu viva appieno l'esperienza senza alcuna aspettativa”.

Così ci dirigiamo a Grigno e, dopo una piacevole passeggiata tra il verde, sentieri e boschi, arriviamo alla Grotta del Calgeron. Davanti a noi si presenta un cancello dall'aspetto misterioso e dantesco, che separa il mondo esterno dalla meraviglia che si nasconde sotto la superficie terrestre.
Ci prepariamo accuratamente, ci introducono al mondo della speleologia e, quando siamo pronti, iniziamo l'avventura. Un mix di timore e curiosità mi pervade.
Trasportati in un altro mondo: l'incanto della grotta
Varco il cancello e, dal primo passo, mi sento trasportata in un altro mondo. Non mi trovo a casa mia, bensì nel grembo di madre natura: sono nascosta agli occhi del mondo.
La grotta è buia e solamente grazie alle torce del nostro caschetto è possibile vederci e mi rendo conto di quanto sia importante restare uniti e avere fiducia nelle persone, perché anche se pur piccoli si possono fare grandi cose.
Mi muovo portando profondo rispetto per questo luogo meraviglioso, facendo attenzione a non rovinare parti di esso in quanto sono molto delicate e al semplice tocco possono rovinarsi per il contatto con la pelle, in quanto rilascia una sostanza che potrebbe corrodere la roccia.
Alzando lo sguardo, noto dei pipistrelli avvolti nelle loro ali e mi viene detto di non fare rumore e disturbare: quella era casa loro, il luogo dove trovano rifugio per il letargo.

Ogni passo e ogni movimento suscitano emozioni diverse. Vivo pienamente ogni momento, lasciando che i miei cinque sensi si nutrano di tutto ciò che la grotta mi offre.
Mi rendo conto di trovarmi in un mondo diverso, perfetto nella sua completa naturalezza. Qui non c'è traccia dell'uomo; è un'opera d'arte creata solo da madre natura.
Il panorama che si presenta è mozzafiato e magico allo stesso tempo!
Il soffitto è cosparso di brillantini oro e argento, creati dalla reazione di una muffa. Le rocce assumono forme e consistenze diverse, e l'acqua è pura, limpida e gelida, raccolta in vasche rocciose.
In armonia con la natura: affrontando rocce e acque gelide
Continuiamo scalando rocce alte, immergendo i piedi in vasche d'acqua gelida e strisciando in punti stretti. Siamo noi ad adattarci a questo paradiso naturale.
Raggiungiamo un punto in cui l'acqua è troppo alta per procedere e quindi dobbiamo fermarci e tornare indietro (solamente gli speleosub possono procedere da questo punto). Mi immergo allora nell'acqua, accogliendo il suo gelido abbraccio come segno di gratitudine per questo viaggio meraviglioso.
Però ora a farsi sentire è lo stomaco che dopo scalate, camminate, e immersioni in acqua gelida, reclama cibo. Ci fermiamo allora per mangiare. Guardo il gruppo e ammiro l'altruismo e l'umiltà di queste persone. Ognuno offre ciò che può, chi del tè caldo, chi della frutta secca, dimostrando piccoli gesti umili ma di grande altruismo.
Tra buio e silenzio: il profondo contatto con l’anima di Madre Natura
Ed ecco che arriva il momento di una delle esperienze più belle che abbia mai vissuto: Mentre siamo seduti gli speleologi ci dicono "Ora spegniamo le luci e facciamo silenzio per alcuni minuti".
Un momento indescrivibile: trovarsi lì, nascosti dal mondo in un buio profondo ed un silenzio assordante... è stato intenso, unico.
Uno sguardo finale alla grotta, un ringraziamento silenzioso per il dono ricevuto
Pian piano, stanchi, ma caricati da quella grotta, torniamo indietro. Mentre cammino volgo lo sguardo verso ogni minima cosa, come se volessi salutarla e fotografarla nella mia mente.
Arrivata all’uscita mi ritrovo fuori, in quel mondo che vivo tutti i giorni, ma mi sento diversa.
Lì dentro è successo qualcosa, quella grotta mi ha risvegliato in qualche modo parte dell'anima.
Prima di andarmene, guardo la grotta per l'ultima volta, ringraziandola per ciò che mi ha regalato. Poi mi volto e mi riprometto di conservare preziosamente tutto ciò che ho vissuto.

Un ringraziamento sentito va a Giorgia avermi fatto dono di questa esperienza meravigliosa e al gruppo di speleologi GGG Modon.
Galleria Foto
Lascio qui alcune foto di questo autentico mondo meraviglioso!























